Gli Zucchi di Cardeto sono tre cime lungo la dorsale fra Pisanino e Cavallo. Nonostante questi vicini decisamente ingombranti, non si tratta certo di Apuane di seconda classe: i versanti affacciati sulla val Serenaia sono ripidi e diventano interessanti in inverno, grazie a una serie di canali classici e goulottine più effimere. La cresta che unisce gli Zucchi, raramente ripetuta anche d’estate, diventa una bella sfida in condizioni di innevamento abbondante.
Il Canale della galleria è compreso fra il Pizzo Maggiore e un bizzarro torrione sbilenco e viene chiamato Canale Ovest a Nord del Pizzo Maggiore nella GMI delle Alpi Apuane (it. 77 bd). Il caratteristico tunnel naturale che gli dà il nome è ben visibile anche dal campeggio in val Serenaia mentre la seconda parte del canale, molto incassata, si scopre solo una volta dentro. La salita in vetta al Pizzo Maggiore per pendio esposto, la discesa lungo la cresta e poi per il canale sotto il Pizzo di Mezzo rendono l’ascensione completa e abbastanza impegnativa nell’insieme.
Prima salita: R. Ambregi e G. Pratesi il 26 dicembre 1966
PIZZO MAGGIORE (1798 m) – CANALE DELLA GALLERIA

L’imbocco della galleria
INFO TECNICHE | |||
---|---|---|---|
Data Uscita | 20 gennaio 2018 | Compagni | Luca Castellani, Federico Rossetti |
Itinerario | Canale ovest (o della Galleria) al Pizzo Maggiore | Zona Montuosa | Alpi Apuane |
Tempo | 5/7 h (1/2 h la via) | Dislivello | 750 m circa |
Località di Partenza | Campeggio Val Serenaia (LU) | Quota partenza e arrivo | 1050 m - 1798 m |
Difficoltà globale | AD | Difficoltà tecnica | Neve fino a 60°. Passi di I e II su roccia sulla cresta. |
Chiodatura | 1 cordino in clessidra alla fine del canale. Sosta su 1 spit e chiodi per la calata sulla cresta. Discese attrezzate sul canale Nord. | Materiale | Due piccozze, qualche chiodo e friend, fittoni. Meglio due mezze da 60 se si vuole scendere in doppia dal canale Nord |
Tipologia arrampicata | Canale di neve, pendio esposto e cresta | Roccia | Discreta sulla cresta |
Segnavia | Nessuno (solo qualche ometto) | Libro di vetta | No |
Punti d’appoggio | Nessuno | Acqua | No |
Cartografia utilizzata | Alpi Apuane - Carta dei sentieri e rifugi 1:25000 | Bibliografia utilizzata | Relazioni sul web |
Giudizio | ![]() ![]() ![]() ![]() | Consigliata | Si, canale molto caratteristico e discesa apuanica! |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Minucciano venendo dalla Lunigiana (o Gramolazzo dalla Garfagnana); appena oltre la galleria, svoltare a destra – indicazioni Rifugi Donegani e Serenaia – e tenere la sinistra al primo bivio.
La strada in inverno non viene pulita dai sassi e in genere resta chiusa dopo le nevicate per il pericolo valanghe: in tal caso bisogna parcheggiare prima della sbarra, aggiungendo 4 km e un’ora buona di marcia in più. Se la strada è aperta, superare il Rifugio Serenaia e parcheggiare in un ampio spiazzo sul primo tornante.
AVVICINAMENTO
Il sentiero 178 inizia proprio dal parcheggio, e nel primo tratto è in comune con un percorso attrezzato del Parco con staccionate e didascalie. Superare un ponticello e puntare a una casetta isolata in un prato: nel bosco retrostante – baracca cadente di legno – inizia una traccia molto debole che sale a tornanti lungo un canale (sinistra della valle), stando sempre nel bosco e lasciandosi a sinistra le ripide placche erbose alla base del Pisanino. Dopo il tratto in salita il sentiero traversa a destra, ora più evidente, fino a sbucare alla base del grande invaso del Rio Sambuco.
C’è anche un’altra traccia, segnata con ometti, che sale sul versante opposto del fosso, staccandosi dal sentiero 178 dopo la prima salita.
Usciti su terreno aperto, puntare al torrione sbilenco fra Pisanino e Pizzo Maggiore fino a raggiungere l’evidente galleria su pendenze (30/40°) che si accentuano salendo (1.30/2.30 h).
Con innevamento normale le tracce sono di difficile individuazione e probabilmente conviene seguire la prima opzione (destra orografica).
RELAZIONE
Entrare nella galleria, con pendenza sui 50° che aumenta all’uscita: possibile trovare sfasciumi se non c’è abbastanza neve. Nel caso, la galleria si può evitare salendo il canale principale alla sua sinistra, più facile (45°).
Dall’uscita proseguire costeggiando la parete del Pizzo Maggiore (a destra), finché il canale si incassa e sembra terminare nel nulla. Superare un passaggio più ripido (60°) e tenere il ramo più grande a sinistra; poco prima dell’uscita c’è un saltino (65°, cordino in clessidra, possibile misto-erba), dunque si oltrepassa l’eventuale cornice ritrovandosi su un colletto.
Per la vetta proseguire a destra, superando una spalla e salire un pendio esposto di erba e roccette su pendenze sostenute (50°) fino alla cima del Pizzo Maggiore (1798 m – 1/2 h dalla galleria).
DISCESA
Per scendere si può seguire la cresta rocciosa in direzione del Cavallo (all’inizio II, poi I grado su buona roccia) oppure aggirarla per i pendii erbosi lato sud-est, se sgombri di neve. Noi abbiamo seguito la seconda opzione e dopo essere scesi su erba 30 metri circa, abbiamo ripreso la cresta dopo il primo salto, traversando su una cengetta stretta ed esposta.
Proseguire poi lungo la cresta che diventa nevosa ma sottile e divertente, fino a un intaglio dove torna ad impennarsi. Qui si può scendere sul lato val Serenaia e aggirare il risalto roccioso con un traverso un po’ esposto (40°); oppure affrontare direttamente la cresta, esposta ma non difficile. Per roccia (I/II) si raggiunge così la cima di un pinnacolo dove ci si cala in doppia circa 20 m (spit e chiodi con cordone e maglia rapida). Continuando poi su terreno più facile si raggiunge la forcelletta sotto il Pizzo di Mezzo.
Qui bisogna scendere nel canale che presenta pendenze sui 45° con un saltino un po’ più ripido (max 50°). Si può anche scendere in doppia, a patto però di avere due corde da almeno 50 metri. La prima calata si effettua dalle rocce sotto il Pizzo di Mezzo (chiodi, cordini e moschettone) la seconda dalla pianta (cordini e mailoon). Con la seconda doppia si supera una strozzatura più ripida e si raggiunge il pendio sottostante le cui pendenze vanno a calare progressivamente (45/30°). Si può attrezzare anche una terza doppia sulle rocce alla sinistra orografica (l’ancoraggio era molto in alto e irraggiungibile quando siamo scesi noi ma con innevamento normale probabilmente è utilizzabile). Proseguendo sul pendio in un masso al centro del canale abbiamo individuato un cordino incastrato utilizzabile per una quarta doppia ma con innevamento normale è certamente sommerso.
Continuare a scendere nel canale principale fino a confluire in quello del Rio Sambuco, da cui seguendo i propri passi dell’andata si torna al parcheggio (2/3.30 h dalla cima).
OSSERVAZIONI
Un canale con una galleria non si trova tutti i giorni; salita veramente particolare in ambiente suggestivo. Oltre la galleria il canale è bello e incassato.
Le difficoltà della salita non sono eccessive e una cordata esperta sale con buona sicurezza. Può essere consigliabile allestire un tiro nell’ultima parte, quella più ripida. Il pendio finale è sostenuto sui 45/50° e piuttosto esposto.
La discesa invece è molto apuanica e completa adeguatamente la salita con un gran panora sulle gobbe del Cavallo. Può risultare tuttavia anche più complessa del canale e richiede particolare attenzione.
La doppia in cresta si risolve con una calata da 25 m. Se si intende scendere in doppia anche il canale occorre portarsi due mezze da 50 m (meglio 60 m).
RELAZIONI SALITE INVERNALI NELLE ALPI APUANE
CONDIZIONI INCONTRATE 20 gennaio 2018
Poca poca neve in giro, continua solo oltre il bosco. La neve presente era però durissima o ghiacciata e ha richiesto i ramponi anche sulle prime chiazze nel bosco.


Ultimo pendio, vista Pisanino, Appennino e Lago di Vagli

In cima al Pizzo Maggiore, sullo sfondo il Pizzo d’Uccello
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