Ci alziamo presto, guardiamo fuori: il tempo è bellissimo! Scendiamo per la colazione ma tristemente scopriamo che si sono dimenticati di lasciarcela. Qualche biscotto e partiamo. La neve è ottima, rigelata e saliamo bene. Tagliamo sotto la cresta, poi saliamo alla sella di Monte Aquila. Raggiungiamo il Sassone e al bivio iniziamo a traversare. Attraversiamo alcuni canali e ci portiamo sotto la cresta. Imbrago, ferraglia e ripartiamo. Saliamo per una rampa innevata e ci affacciamo sulla cresta. C’è qualcosa però che non va, siamo nel posto sbagliato, non c’è una terrazza e la parete gialla sopra di noi strapiomba e non è affatto III. Scendiamo dalla rampa e proviamo più in alto. Percorriamo una cengia innevata fino a una bella terrazza sulla cresta. Ora si che siamo nel posto giusto e a confermarlo ci sono anche i chiodi di sosta. Il primo tiro è pulito. Togliamo i ramponi e parte Alberto. Lo seguo, tiro divertente, con un diedro di III+, poi passo strapiombante appigliato e sono anch’io in sosta. Proseguo e salgo un tiro molto più facile, passi di roccia e tratti con neve per fortuna non ghiacciata, sosto sotto il Naso. Ricalziamo i ramponi e va Alberto. Traversa, poi risale su neve, quindi ancora in traverso su roccia fino in sosta. Poi per due tiri seguiamo il diedro canale ghiacciato con divertenti passi di misto e usciamo nuovamente in cresta. Il tiro successivo è quello con il passo chiave. Con i ramponi ai piedi è tutt’altro che facile e in qualche modo raggiungo la sosta. Questo tiro è seguito da altri due difficili. Il primo è un diedro a destra dello spigolo, il secondo è una bella ma difficile placca. Mentre arrampico sulla placca con i ramponi mi sembra di fare qualcosa di difficilissimo, invece a quanto pare lo danno III+. In ogni caso arrivo in sosta molto contento! Arrampicare con i ramponi è proprio particolare. Si misurano e calcolano tutti i movimenti e se si tralasciano i brividi che scorrono lungo la schiena mentre carichi il peso sulla punte è veramente bello. Finora pensavo: “E’ solo questione di abitudine, poi si ci diverte un mondo”, ma vedere Alberto che vola (nel senso che sale velocemente non che cade 🙂 ) sulla placca con gli scarponi rende questo ragionamento molto stupido. Nel frattempo il tempo inizia a cambiare e quasi senza accorgercene siamo avvolti dalle nubi. Per fortuna le difficoltà sono finite e con un paio di tiri facili siamo sull’antecima Sud. Una bella cresta innevata, a tratti sottile, e siamo in cima. Due righe sul libro di vetta e iniziamo a scendere. Il cielo si chiude e inizia a nevicare. Perfetto! Scendiamo veloci dalla direttissima e nel frattempo la pioggia ha preso il posto della neve. Mangiamo un boccone e poi via verso Campo Imperatore. Il gentilissimo gestore si fa perdonare la mancata colazione con un bel panino. Prendiamo l’ultima corsa, alle 17. Siamo gli unici che scendono a quest’ora. Piove, ma siamo proprio felici e non ce ne preoccupiamo più.
Lo spigolo o cresta SSE è proprio bello. Noi lo abbiamo percorso in condizioni praticamente invernali (fine stagione). Abbiamo tenuto sempre i ramponi, a parte il primo tiro. Le difficoltà principali sono nel sesto, settimo e ottavo tiro. Queste lunghezze, con i ramponi ai piedi risultano, impegnative in quanto si arrampica spesso su placche lisce. I passi del sesto tiro sono azzerabili se la fessura non è intasata di ghiaccio, il resto della via è sempre obbligato. Le soste sono tutte attrezzate a spit o chiodi. Utile una serie di friend per integrare.
Prima salita: A. Giancola, E. Tommasi e D. D’Armi il 26 luglio 1933
Prima invernale: A. Bafile e A. Mallucci il 3 gennaio 1950
CORNO GRANDE – CRESTA SSE (INVERNALE)
INFO TECNICHE | |||
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Itinerario | Salita al Corno Grande per la cresta SSE | Località di partenza | Campo Imperatore (2130 m) |
Quota di partenza e arrivo | 2130 m - 2914 m | Difficoltà | D/TD a seconda delle condizioni |
Tempo | 10/12 h (7 h la via) | Dislivello | 800 m (300 m la via) |
Chiodatura | Soste attrezzate, qualche chiodo nei passi più difficili | Materiale | Materiale completo da alpinismo invernale |

INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere in auto località Fonte Cerreto, base della funivia di Campo Imperatore (2130 m).
AVVICINAMENTO
Da Campo Imperatore (funivia) si raggiunge la Sella di Corno Grande passando o per il Rifugio Duca degli Abruzzi o più direttamente traversando fino alla Sella di Monte Aquila. Dalla sella si prosegue in falsopiano fino a raggiungere la Sella di Corno Grande (2421 m). Si sale a un caratteristico masso, il Sassone (2570 m), e al bivio per il Bivacco Bafile si inizia a traversare verso la cresta su percorso non obbligato. Si superano alcuni canali fino a raggiungere la base dello spigolo. Si sale il canale di neve alla base, ignorando la prima evidente rampa che porta sulla cresta e prendendo una cengia di neve pochi metri sopra. Si percorre la cengia e si raggiunge una terrazza sullo spigolo (2 h).


RELAZIONE
1° tiro: si sale il diedro (III+), poi un saltino con passo strapiombante (chiodo) porta alla sosta su spuntone.
2° tiro: tiro facile, si segue la cresta intervallata con tratti di arrampicata (II), si sosta sotto un muro giallo strapiombante (il Naso) su spuntone.
3° tiro: si scende su cengia di neve a sinistra, quindi si risale sempre su neve. Si traversa su roccia (II/III) e si sosta alla base di un diedro canale.
4° tiro: si sale il diedro – canale (alcuni chiodi) con arrampicata mista, quindi si esce verso destra con passo strapiombante a una sosta a spit.
5° tiro: si sale a sinistra della sosta, superando un muretto di roccia, poi più facile lungo un canale di neve fino a uscire sulla cresta dove si sosta su chiodi.
6° tiro: si sale il difficile diedro a sinistra della sosta (IV+ – 3 chiodi). Per placchette si raggiunge la sosta a spit.
7° tiro: si traversa a destra dello spigolo e si risale un diedro (III+) fino a riportarsi nuovamente sullo spigolo dove si sosta.
8° tiro: si sale la placca a destra del filo (III+, chiodo) e si sosta poco oltre su spit.
9°/10° tiro: si prosegue sulla cresta superando placchette appoggiate fino a raggiungere l’antecima Sud (II/III).
Si segue ora la cresta di neve per un centinaio di metri superando alcuni tratti sottili e si raggiunge la vetta Occidentale (7 h).
DISCESA
Noi siamo scesi dalla Direttissima (eravamo saliti e scesi il giorno prima). E’ probabilmente consigliabile scendere per il Canalone Bissolati, la via Normale o la cresta Ovest.
OSSERVAZIONI
Gran salita, impegnativa ma di soddisfazione.

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